RAZIONALE

Numerosi studi clinici controllati con obiettivi quali mortalità e morbilità per cause cardiovascolari (CV) e mortalità per tutte le cause hanno documentato il beneficio della terapia ipolipemizzante. Da questi studi risulta evidente l’importanza clinica di un corretto trattamento farmacologico delle dislipidemie e negli ultimi anni si è assistito ad un continuo progredire delle conoscenze sul suo impiego clinico. La riduzione dei livelli di colesterolo trasportato dalle lipoproteine a bassa densità (LDL-C) con i farmaci ipolipemizzanti è il principale approccio farmacologico per stabilizzare il processo aterosclerotico. Il diffuso utilizzo clinico della terapia con le statine ha fornito una protezione significativa contro il rischio CV, sia in prevenzione primaria sia secondaria, con riduzione della mortalità e della morbilità. Le statine sono considerate la terapia di prima scelta per la prevenzione e il trattamento delle patologie cardiovascolari, ma un significativo rischio residuo rimane anche dopo una terapia intensiva. Inoltre, solo il 30-70% dei pazienti ad alto rischio raggiunge il livello di LDL-C ottimale raccomandato dalle linee guida attuali. I pazienti con ipercolesterolemia familiare e iperlipidemia mista su base genetica non raggiungono questo livello con la terapia standard. Grande interesse hanno suscitato i nuovi farmaci biologici quali oligonucleotidi antisenso che inibiscono la sintesi di apo B100, quali mipomersen, e soprattutto gli anticorpi monoclonali contro la proteina PCSK9 che sono in grado di ridurre il LDL-C. La proproteina convertasi subtilisina/kexin tipo 9 (PCSK9) fa parte della classe delle serina proteasi ed è sintetizzata come zimogeno solubile prepro-PCSK9 che viene trasformato in proproteina convertasi attraverso un processo autocatalitico nel reticolo endoplasmatico a livello epatico. La relazione tra PCSK9 ed il metabolismo del colesterolo è dimostrata da evidenze genetiche che documentano come varianti del gene che codifica per la proteina PCSK9 siano associate a variazioni dei livelli circolanti di LDL-C. I nuovi farmaci ipolipemizzanti si stanno dimostrando in grado di fornire un beneficio clinico sia in aggiunta alla terapia con statine in pazienti con ipercolesterolemia grave o con dislipidemia mista, sia come alternativa per i pazienti che sono intolleranti alle statine. La seconda parte dell’incontro è focalizzata sulla valutazione invasiva delle caratteristiche di placca coronarica e sui presupposti di possibile regressione e prevenzione di eventi cardiovascolari acuti dopo impostazione di terapia ipolipemizzante.

Obiettivo del corso

Obiettivo del progetto è presentare le innovazioni sia da un punto di vista farmacologico sia da un punto di vista clinico, con il fine ultimo di condividere aspetti di farmacologia di base dei farmaci biotecnologici.
Tali farmaci rappresentano un’importante novità terapeutica in ambito cardiovascolare, come confermano le più recenti evidenze diagnostiche di efficacia. L’impiego di queste nuove opportunità terapeutiche rende tuttavia necessaria per gli specialisti cardiologi una conoscenza del potenziale clinico, considerando che la posologia di tali molecole prevede una somministrazione sottocutanea con intervallo di somministrazione non di giorni ma di settimane.
Il corso apre a nuovi orizzonti che interpretano l’effetto di PCSK9 sulla evoluzione di valvulopatia aortica quale nuovo target di prevenzione.

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CENTRO CARDIOLOGICO MONZINO, IRCCS
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